Daniele Gambarara, Una collezione saussuriana all'Università della Calabriain: Collezione Saussuriana. Sala di ricerca Tullio De Mauro. Catalogo, Rende, Centro editoriale librario Unical, 2017.

L’Università della Calabria è stata istituita il 12 marzo 1968, ha iniziato i corsi di Ingegneria e Scienze Economiche e Sociali nel 1972-73, e quelli di Lettere e Filosofia l’anno seguente. Perché dovrebbe tenere in conto Ferdinand de Saussure (Ginevra, 26 novembre 1857 – Vufflens-le-Château, 22 febbraio 1913), o addirittura costituire una importante Collezione saussuriana?

In primo luogo perché questo è il segno sotto cui è nata. I padri fondatori forse non lo sapevano ma nel 1966 si era festeggiato il cinquantenario della pubblicazione del Corso di linguistica generale, e a fine anni ’60 e primi anni ’70 il quadro culturale, per tutte le scienze dell’uomo, le scienze sociali, ed oltre, era quello formato dalla nuova prospettiva strutturale che si richiamava a Saussure. Lo strutturalismo non aveva ancora ceduto il passo al post-strutturalismo – anche se lo avrebbe fatto poco tempo dopo, ma senza che questo cambiasse i principi di riferimento.

In secondo luogo perché una università in cui si studia Linguistica generale, Filosofia del linguaggio, Semiotica (generale e le varie semiotiche applicate), Antropologia culturale, Critica letteraria, Psicologia (e Psicanalisi), Sociologia della comunicazione, non può non mettere a disposizione l’accesso alle fonti e agli studi che ancora oggi delineano il quadro scientifico di queste discipline, comprese le fonti e gli studi apparsi prima o durante la sua fondazione.

Da più di dieci anni si assiste a una ripresa su scala internazionale degli studi saussuriani, e l’Università della Calabria vi partecipa con un ruolo importante. Laureandi e dottorandi dedicano spesso le loro dissertazioni finali sia a Saussure, sia alle diverse prospettive teoriche che oggi ne traggono ispirazione.

In effetti, ci sono alcune importanti questioni su cui le altre variegate tendenze contemporanee di studio filosofico e linguistico fanno poca presa:

- le modalità di definizione e di messa in rapporto di classi sui due universi dei mezzi e degli scopi per ciascuna pratica (compresa quella linguistica);

- il rapporto tra progetti mentali e comportamenti e oggetti materiali, e più in generale quello tra conoscenza (conoscenza pratica compresa) e prassi, nelle diverse pratiche e nei diversi ruoli di agente che intervengono in ogni pratica;

- quale soggetto (parlante) si individua nella pratica della comunicazione verbale, e cosa ci dice questo sulle diverse forme di agentività;

- la natura della facoltà simbolica (individuale) e il suo rapporto con le istituzioni (collettive, anzi sociali);

- il rapporto fra funzionamento, trasmissione e mutamento, e le loro modalità –le forme di storia–, per ogni tipo di istituzioni (comprese le lingue storico-naturali);

- i tipi di temporalità che in questo modo emergono nelle pratiche, e tra gli agenti e le fasi delle istituzioni.

Strumenti e metodi per affrontare efficacemente questi e simili problemi si ritrovano non tanto nelle pubblicazioni degli ultimi dieci (o venti) anni – benché alcune siano di alto valore –, ma ben meglio nel più esotico di tutti i luoghi, in un ampio passato-presente non immediatamente visibile ma decisamente attuale, in cui la ricerca non si è irrigidita in paradigma di lavoro quotidiano, ma offre insieme configurazioni tecnicamente specificate e apertura a nuove operatività.

E’ questo il caso della prospettiva saussuriana in senso ampio. Il primo vantaggio di questo orientamento è di non essere oggi rinchiuso in una scuola: non c’è una ortodossia che cerchi proseliti. Il secondo è che non solo la sua terminologia (ma non sempre le sue nozioni) è oggi lingua comune di tutte le scuole filosofico-linguistiche, ma anche la sua architettura (non purtroppo la struttura epistemologica) è oggi patrimonio diffuso: essa è la lingua in cui le altre teorie possono essere tradotte. Il terzo è che Saussure, Hjelmslev, Jakobson, Benveniste, Prieto, De Mauro, Garroni, e a loro modo Lévi-Strauss, Barthes, Foucault, Lacan, Bourdieu e altri studiosi di questa tradizione, sono fra coloro che più si sono concentrati sulle questioni importanti sopra richiamate, intorno ai nodi della bifaccialità e arbitrarietà dei segni, del rapporto langueparole, e facoltà di linguaggio – lingue, di sincronia e diacronia.

Affrontare in modo approfondito questi problemi richiede una ampia conoscenza dei modi in cui essi sono stati impostati e trattati: in diversi momenti, in diverse discipline, in diversi autori. Occorre allora poter mettere questi saperi, suggestivi di altri saperi, l’uno vicino all’altro, in modo che il confronto ne diventi facile. In effetti, il confronto non solo fra le diverse edizioni di un testo, o fra una traduzione e il testo originale, ma anche fra le citazioni e allusioni in un’opera e quella citata o allusa, o fra il trattamento di un problema in uno studioso a un dato momento e quello dello stesso problema in un altro momento o in un altro studioso, richiedono la compresenza e la contiguità di questi testi in uno stesso luogo.

Nel 2013 (centenario della morte di Saussure), la Biblioteca di Area Umanistica ha deciso di istituire una Collezione saussuriana, ricontrollando e ordinando il posseduto, nelle sale di lettura e nei magazzini, iniziando a colmarne le lacune con acquisti, anche sul mercato antiquario, e a sollecitare donazioni, inaugurando questo progetto con una mostra bibliografica (14 marzo – 18 maggio 2013), nel quadro del ciclo di manifestazioni “Istituzione e differenza: attualità di Ferdinand de Saussure” (Istituto Svizzero di Roma, Cercle Ferdinand de Saussure, Università della Calabria). Fin da quel momento è stata concepita una articolazione fra Sale di lettura e una Sala ricerca, per permettere agli studenti e agli studiosi di accedere in modo organico e globale alla formazione filosofico-linguistica che questa tradizione offre, nella sua lunga durata e nelle sue varie diramazioni. Dal confronto fra questi testi nella loro diversità può emergere, ce lo auguriamo, uno sguardo nuovo sui problemi che abbiamo di fronte, di teoria del linguaggio, del segno, delle istituzioni umane.

La Sala di ricerca ha preso forma definitiva a fine 2016 (anno del centenario del Corso di Linguistica generale), e dello stato a dicembre 2016 qui si presenta il catalogo, per le cinque sezioni che insistono sul periodo che va dall’Ottocento fino al 1975.